
Già frequentato in epoca romana e in periodo cristiano da pellegrini, il sito conserva due cappelle con pregevoli affreschi di Pietro Pocapaglia da Saluzzo e di Giovanni Botoneri.
Una storia che risale al periodo romano e arriva fino ai nostri giorni abbraccia il santuario di San Magno e il luogo in cui è sorto. Grazie ai video che sono stati realizzati dal progetto
Museo Diffuso Cuneese è possibile ammirare il gioiello che sorge a 1760 metri in Valle Grana.
Il santuario è aperto il sabato e la domenica. Come racconta don Gian Michele Gazzola: “Il santuario di San Magno è collocato su un poggio all’interno di una conca alpina stupenda,
posizionato su strade antiche che sono state percorse nei secoli. Il segno di questi percorsi è una lapide romana dedicata probabilmente da un mulattiere a Marte, che era il patrono, non
solo della guerra, ma anche di tutti gli animali come cavalli e muli”. I reperti romani sono stati trovati in parte nella cappella nel 1893 durante i lavori di risanamento e in parte intorno
all’attuale cimitero. “Il luogo sacro antico venne poi frequentato in epoca cristiana.
Probabilmente i primi a passare da queste parti non furono i cristiani locali, quanto piuttosto pellegrini: cristiani che si muovevano in queste strade durante il medioevo e poi
successivamente per i grandi santuari: Roma, Terra Santa e Santiago de Compostela – continua don Gazzola -. Testimonianza di questo percorso antico sono i Santi presenti,
raffigurati nella cappella: Sant’Antonio abate, San Bernardo di Mentone, San Cristoforo e San Giacomo”. All’interno del Santuario si possono visitare le cappelle Allemandi e Botoneri...
di Francesco Massobrio